"Gaspare della Notte"






Il Raffinato



-"I miei mostacchi ripiegati in punta, rendono aspetto di coda di tarasca, la mia biancheria ha il candore di una mappa di ostello e il mio farsetto non è più vecchio degli arazzi della corona.

" Chi mai, vedendo la mia aggraziata andatura, potrebbe immaginare che la fame, afforzata nel mio ventre, vi sia a stringere - oh tormento ! - una corda che mi suffoca come un impiccato.

" Ah ! se da quella finestra a cui crepita un lume fosse caduto in punta al mio feltro une lodoletta allo spiedo, in luogo di questo fiore passito !

" La piazza Reale è chiara di lanterne, questa sera, talquale une cappella ! - "Occhio alla lettiga !" - "Limonata fresca" - "Maccaroni di Napoli !" - "Orsù, piccolino, lacia che assaggi con le dita la tua trota in salsa ! Buffo ! mancano le spezie, nel tuo pesce d'Aprile ! "

" Non è quella Marion de l'Orme, al braccio del duca di Longueville ? Tre cragnolini la seguono tra i gauiti. Che splendidi diamanti ha negli occhi, la giovin cortigiana ! Che bei rubini ha sul naso, il vecchio cortigiano ! "

*

E il raffinato si pavoneggiava, la mano chiusa appoggiata su un fianco, gomito a gomito coi passanti, e alle passanti sorridendo - Non aveva di che cenare acquisto : un mazzolino di viole.







Ondina



- "Ascolta ! - Ascolta ! - Sono io, sono Ondina che con queste gocce d'acqua sfioro le losanghe sonore della tua finestra illuminata dai cupi raggi della luna ; e questa, in veste d'amoerro, è la dama castellana che rimira al balcone la bella notte stellata e il bel lago che dorme.

" Ogni fiotto è un genio che nuota nella corrente, ogni corrente è un sentiero che serpeggia verso il mio palazzo, e il mio palazzo è costruzione liquida, in fondo al lago, triangolato per fuoco, terra e aria.

" Ascolta ! - Ascolta ! - Mio padre percuote l'acqua gracidante con un verde ramo di ontano, e le mie sorelle carezzano con le loro braccia di spuma le fresche isole di erbe, di nenunfari, di gladioli, dove si prendono gioco del salice ceduo e barbuto che pesca con la lenza !

*

Sussurata che ebbe la sua canzone, mi supplico di portare al dito il suo anello per divenire sposo di un' Ondina, e di visitare con lei il suo palazzo, per divenire il re dei laghi.

E poiché gli rispandevo che amavo une mortale, imbrociata e stizzita pianze due lagrime, diede in uno scoppio di risa, e dileguo nel piovasco che trascorse bianco, lungo il blu dei miei vetri.